Nel valutare l’operato di un manager, il vero banco di prova non è tanto ciò che accade durante il suo mandato ma ciò che resta una volta che se ne va. Nel caso della dott.ssa Serena Lancione alla guida di GTT, ciò che rimane è un’azienda segnata da tensioni sindacali, relazioni industriali frammentate e una governance che ha lasciato più interrogativi che certezze.
I bilanci degli ultimi anni non raccontano una storia di risanamento. Dopo anni difficili, GTT ha chiuso il 2023 con un utile netto di circa 6,1 milioni di euro, un risultato positivo che però va letto con cautela. Si tratta di un dato che deriva più da interventi straordinari e da un'attenta gestione dei costi che da un reale rilancio industriale e commerciale dell’azienda. Nonostante il ritorno all'utile, il quadro complessivo mostra un'azienda che fatica ancora a garantire un servizio stabile e una crescita strutturale, mantenendo aperte molte delle criticità che la attraversano da tempo.
Ma è sul piano delle relazioni industriali che la gestione Lancione ha mostrato le sue maggiori criticità. Come evidenziato da Fabio Cermenati di FAST Confsal, la politica sindacale adottata ha creato un clima di divisione: da un lato rapporti amicali con alcune sigle, dall’altro un atteggiamento di chiusura e di contrapposizione verso altre. Una strategia che richiama momenti storici che la memoria collettiva condanna ancora oggi.
In questi tre anni, a farne le spese sono stati soprattutto autisti e operai, su cui si è scaricato il peso dei tagli aziendali. Sono peggiorate le condizioni di lavoro e di vita, con carichi sempre più pesanti e una crescente difficoltà nel garantire livelli minimi di benessere professionale. A questa crisi interna si è accompagnato anche un deterioramento della qualità del servizio offerto alla città: nel solo 2024 sono state oltre 100.000 le corse non effettuate, un dato allarmante che fotografa impietosamente l’incapacità gestionale di assicurare una mobilità urbana adeguata ai bisogni dei cittadini.
La mancanza di un dialogo costruttivo con tutte le parti sociali ha impedito la costruzione di un clima aziendale coeso, fondamentale per affrontare le sfide di un trasporto pubblico locale moderno, competitivo ed efficiente. In un contesto che richiede innovazione e collaborazione, la frammentazione interna rappresenta un limite grave.
Ora, con l’arrivo del nuovo amministratore delegato Guido Mulè, GTT ha finalmente l’opportunità di voltare pagina. A lui rivolgiamo un sincero augurio di buon lavoro, con l’auspicio che possa riprendere il filo dei rapporti sindacali e industriali perduti, ricostruendo quel tessuto di fiducia necessario per restituire a GTT una prospettiva di futuro condiviso.