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Martedì, Maggio 13, 2025

Ancora una volta, Trenitalia DBRSI Abruzzo finisce sotto i riflettori per il mancato rispetto dei diritti dei lavoratori. Dopo lo sciopero del 12 gennaio, che ha visto i ferrovieri incrociare le braccia per far valere le sacrosante 30 ore minime previste dal Contratto Collettivo Nazionale Lavoro (CCNL), la situazione sembra tutt'altro che risolta. Anzi, si fa ancora più critica.

Nonostante siano in corso le trattative nazionali per il rinnovo contrattuale, un momento che dovrebbe sancire il rispetto delle regole e portare miglioramenti per i dipendenti, l'azienda pare sorda alle richieste. Non solo non sono garantite le 30 ore minime ma si assiste a una sistematica violazione del limite massimo di 44 ore settimanali. Un carico di lavoro insostenibile che va a minare la salute e la qualità della vita dei lavoratori.

Ma non è tutto. Un'altra questione spinosa riguarda il conteggio delle ore di libertà dal servizio in caso di ferie che vanno a coincidere con il Riposo Weekend. Un diritto elementare puntualmente disatteso, creando ulteriore disagio e frustrazione tra il personale.

La beffa finale? Chi osa chiedere il rispetto delle proprie ore viene "premiato" con l'obbligo di restare in posizione di disponibilità fino al successivo giorno di riposo. Una vera e propria ritorsione, un modo inaccettabile per silenziare le voci che si levano in difesa dei propri diritti.

È inaccettabile che, in un contesto di trattative per il rinnovo contrattuale, l'azienda continui a calpestare i diritti acquisiti e a ignorare le esigenze del proprio personale.

Le 30 ore minime non sono un capriccio ma un diritto sancito dal CCNL, così come il rispetto del tetto massimo di 44 ore settimanali e il corretto conteggio delle ore di libertà dal servizio. La dignità dei lavoratori non è negoziabile e il sindacato SLM FAST Confsal Abruzzo è pronto a dare battaglia fino a quando questi diritti non saranno pienamente rispettati. La pazienza ha un limite e i ferrovieri abruzzesi sono pronti a far sentire la propria voce, ancora una volta.

Non ci fermeremo finché i diritti non torneranno a viaggiare in prima classe.