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Martedì, Luglio 1, 2025

Nei giorni 2, 3 e 4 luglio 2025 oltre novantamila lavoratrici e lavoratori delle attività ferroviarie – macchinisti, capitreno, manutentori, operatori della logistica, della vendita e della circolazione, personale degli appalti – saranno chiamati a esprimersi sul rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro della Mobilità – Area Attività Ferroviarie. È una consultazione che va affrontata con consapevolezza, senza entusiasmi eccessivi ma nemmeno con pregiudizi ideologici. Il contratto raggiunto non è risolutivo, non è il migliore possibile in assoluto ma rappresenta la migliore soluzione praticabile in questa fase storica. E, cosa più importante, segna l’inizio di un percorso che andrà coltivato con determinazione.

I miglioramenti economici sono tangibili: 230 euro netti medi mensili a regime, un bonus una tantum da 1.000 euro già a luglio, un adeguamento delle indennità tra cui lavoro notturno, festivo e in trasferta. Dopo anni di attese, di stalli negoziali, di rivendicazioni spesso senza sbocchi concreti, questo rinnovo restituisce un principio fondamentale: i contratti si rinnovano alla scadenza. Non devono diventare strumenti di scontro politico o di paralisi sindacale. Votare Sì significa difendere questo principio e rafforzare la cultura della contrattazione, l’unico vero terreno su cui si costruiscono risultati duraturi.

Il contratto tocca anche la sfera delle tutele e della sicurezza. Introduce la possibilità, regolata, di interrompere l’attività in caso di pericolo senza conseguenze disciplinari. Rafforza la figura del rappresentante per la sicurezza nei siti produttivi. Il tema dell’agente solo non è superato, ma viene tenuto sotto osservazione. È una linea di contenimento che andrà sostenuta nel tempo, con forza e con argomenti.

Il Sì al referendum non è un’approvazione incondizionata. È un atto di responsabilità e maturità. Riconosce ciò che è stato ottenuto e rivendica il diritto a ottenere di più ma attraverso un percorso realistico, condiviso e negoziato. È la scelta di chi non si rassegna né al conflitto sterile, né al fatalismo dell’attesa. È la volontà di ripartire da qui per crescere ancora, con la contrattazione collettiva come strumento di giustizia salariale e protezione sociale. Nessuno pensa che questo contratto esaurisca le ambizioni di una categoria complessa e strategica come quella ferroviaria. Ma è proprio per questo che va confermato: perché segna un punto fermo da cui rilanciare il protagonismo di chi lavora.

Di fronte a un settore che cambia, alla sfida della sicurezza, alle trasformazioni tecnologiche e organizzative, il voto dei lavoratori e delle lavoratrici non è solo una formalità. È un atto di democrazia sostanziale. Non c’è forza contrattuale senza partecipazione. E non c’è contratto che abbia valore, se non è condiviso da chi lo vive ogni giorno, sui binari e nelle officine, nei treni e nei cantieri, nelle biglietterie e negli uffici movimento.

Per tutto questo, andare a votare è un dovere. Votare Sì è una scelta utile. Non per accontentarsi ma per avere più voce. Non per chiudere un capitolo ma per scriverne uno nuovo, partendo da quanto questo contratto riconosce.