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Martedì, Luglio 29, 2025

Il 22 luglio 2025 si è tenuto un incontro tra le Organizzazioni Sindacali e la Struttura Servizi Rotabili e Diagnostica (SE.RO.DI) di RFI, un appuntamento che avrebbe dovuto gettare le basi per una riorganizzazione strategica e innovativa. ​ Eppure, ciò che emerge è un quadro che oscilla tra ambizione tecnologica e disorganizzazione operativa.

L’Azienda ha presentato il piano di revisione dei lotti diagnostici, che passeranno da 4 a 5, motivato dall’introduzione di nuovi rotabili “Tipo 1” e dall’evoluzione delle funzionalità diagnostiche. ​ L’obiettivo dichiarato è ottimizzare i percorsi operativi e adattarsi agli impianti di manutenzione esistenti. ​ Inoltre, è stata preannunciata una modifica dell’orario di lavoro del personale di bordo, orientandolo verso un modello simile a quello degli equipaggi del personale mobile. ​ Tutto molto promettente, almeno sulla carta.

Ma dietro le slide e le promesse di innovazione si nasconde una realtà ben più complessa. Come organizzazione sindacale abbiamo denunciato la mancanza di dati fondamentali per valutare l’impatto della riorganizzazione: consistenza del personale, abilitazioni, chilometraggio delle attività, fabbisogno previsionale e modalità gestionali. Senza queste informazioni, ogni piano rischia di essere un castello di sabbia. ​​ Inoltre, la confusione tra ruoli e mansioni a bordo treno — tra AIT, TLC, validatori e altre figure — sta generando sovrapposizioni che minano sicurezza ed efficienza. ​​ Il personale, già sottodimensionato, si trova a gestire mansioni multiple senza priorità operative definite, mentre la formazione promessa sembra più un miraggio che una realtà concreta. ​​

Un ulteriore tema affrontato riguarda la gestione del servizio straordinario di soccorso AV sulla tratta Firenze–Bologna, previsto dal 29 settembre al 13 dicembre 2025. ​ L’Azienda ha richiesto la copertura con macchinisti abilitati ma il numero di risorse disponibili è insufficiente. ​​ Le OO.SS. hanno chiesto trasparenza, equità e il coinvolgimento delle RSU ma l’Azienda sembra preferire un approccio unilaterale, informando le parti solo “a valle” delle decisioni già prese.

Il problema non è l’innovazione tecnologica, che tutti riconoscono come necessaria. ​ Il vero nodo è l’approccio aziendale, che sembra ignorare il fattore umano. ​​ I lavoratori, con le loro competenze e il loro impegno, sono il cuore pulsante del sistema ferroviario. ​ Eppure, sono trattati come ingranaggi intercambiabili, senza un piano chiaro per valorizzarli e metterli nelle condizioni di operare al meglio. ​

La riorganizzazione di SE.RO.DI potrebbe essere un’opportunità per modernizzare il sistema diagnostico ferroviario ma senza un confronto trasparente e una pianificazione basata su dati concreti, rischia di trasformarsi nell’ennesima occasione mancata. Finché l’Azienda continuerà a privilegiare la tecnologia a scapito delle persone, ogni treno nuovo e scintillante resterà fermo, vittima di una cultura aziendale che sembra aver perso di vista la sua vera missione: far circolare i treni e farlo in sicurezza e in orario.