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Martedì, Luglio 29, 2025

Con le nuove nomine dello scorso marzo è stato definito il nuovo asset aziendale di Anas per il triennio 2025/2027, costituito dal Presidente Giuseppe Pecoraro e dall'Amministratore Delegato Claudio Gemme.

A seguito della successiva nomina del nuovo Direttore Risorse Umane, Michele Maria Barone, sono stati avvicendati anche i vertici delle strutture centrali e regionali.

In attesa di conoscere, al primo incontro utile con l'AD, il piano industriale, apprendiamo che il nuovo vertice aziendale é impegnato nella ricerca di un percorso, non semplice sia dal punto di vista normativo, sia finanziario, per la fuoruscita di Anas dal Gruppo Fs; fusione avvenuta a fine 2017, durante le festività natalizie, determinata da una serie di obiettivi, parte dei quali non traguardati come abbiamo sempre sostenuto e motivato, seppur in maniera isolata.

Gestire e manutenere il patrimonio stradale esistente e le nuove opere richiedono, a nostro avviso, la necessaria autonomia e soprattutto investimenti significativi a carico del bilancio statale, per cui diventerà di estrema importanza capire se ci sono le condizioni per lo scorporo e il grado di autonomia finanziaria che potrebbero riscrivere, per l’ennesima volta, le regole per la gestione delle infrastrutture stradali.

Allo stato attuale il dato certo è rappresentato, a nostro avviso, ancora da insufficienti risorse economiche e strumentali destinate alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade e autostrade statali non a pedaggio, peraltro aggravatosi a fronte non solo dei maggiori costi energetici e strumentali dei materiali, che incidono in maniera rilevante sul budget destinato alla manutenzione ma anche dal rientro di significativi chilometri di strade, dalle Regioni ad Anas. Ciò ha aggravato la carenza strutturale del personale addetto a fronteggiare i compiti d'istituto, ovvero la sicurezza della circolazione e degli utenti, il pronto intervento, la gestione delle emergenze, il taglio erba, lo sgombro neve ecc. tanto da rendere necessario il ricorso a procedure di appalto e all’assunzione di operatori stagionali.

Questa soluzione, pur necessaria, solleva peraltro interrogativi sulla continuità e l’efficacia del servizio, a causa anche del tanto discusso sistema dei subappalti e sull’utilizzo all’interno del mercato del lavoro di un sistema che non favorisce di certo la stabilità lavorativa.

Qualunque sarà lo scenario sulle prospettive di Anas, è nostro convincimento che dovrà essere, come per il passato, necessariamente finalizzato alla crescita economica e sociale del Paese attraverso lo sviluppo di un sistema infrastrutturale viario efficiente e sostenibile soprattutto in termini di sicurezza della circolazione e dei lavoratori.

E per fare ciò riteniamo ci sia bisogno di finanziamenti certi, di autonomia, stabilità e partecipazione.