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Martedì, Settembre 2, 2025

Alcol, droga e porte sbloccate al volo. Autisti come bersagli e passeggeri cavie. Un servizio che si regge sul coraggio, più che sulla sicurezza.

Il 4 luglio scorso, davanti alla Seconda Commissione Controllo e Garanzia del Comune di Pisa, è andata in scena la denuncia che nessuno voleva sentire: sugli autobus del litorale pisano la sicurezza è un miraggio. Giorno e notte ragazzi esaltati dall’alcol o da sostanze stupefacenti si divertono a trasformare le corse in una roulette russa, arrivando persino a sbloccare le porte in corsa per fermare i mezzi come se fossero taxi di periferia. Un rischio enorme per gli autisti e per i passeggeri, lasciati a fare da comparse in uno spettacolo indegno.

Il 15 luglio il nostro vice segretario regionale, insieme alle segreterie provinciali di Pisa, ha portato la questione sul tavolo dell’azienda: il primo passo di una battaglia che non può più essere rinviata. Servono fatti, non bastano le pacche sulle spalle. Infatti, dopo la nostra lettera di richiesta urgente, il 6 agosto la Prefettura ha convocato tutte le parti in causa.

Lì è arrivata almeno una promessa: maggiori controlli delle forze dell’ordine. Bene, ma non basta. Perché non si tratta solo di reprimere: serve organizzazione, presenza, prevenzione. Comune, azienda, Questura e Prefettura hanno fissato un ulteriore incontro. Noi ci saremo e ci auguriamo che non resti un esercizio di burocrazia.

La verità è semplice: un autobus non può diventare un’arena. Chi viaggia ha diritto a sentirsi protetto, non a dover sperare che il conducente arrivi a destinazione intero.

Se Pisa vuole definirsi una città civile, inizi a dimostrarlo garantendo che il trasporto pubblico non è un rodeo ma un servizio sicuro, come la Costituzione e il buon senso pretendono.