La protezione dei lavoratori appare come il paradosso più difficile da affrontare
Non servono investigatori per capire cosa sta succedendo a Fiumicino. Basta guardare chi resta fuori dalla porta. Perché la partita della clausola sociale sembra giocarsi con regole vecchie: tavoli convocati a metà, sindacati “graditi” sempre seduti in prima fila e altri — quelli che non hanno firmato cambiali in bianco, quelli che non si allineano — lasciati nell’anticamera.
Il risultato? I lavoratori finiscono di nuovo sotto scacco. Eppure, la clausola sociale non è un favore, né un contentino da contrattare: è un obbligo. Lo scrive l’articolo 2112 del codice civile, lo ribadisce l’articolo H39 del CCNL Trasporto Aereo – Handlers. Continuità occupazionale, mantenimento di anzianità e TFR, nessun arretramento normativo. E invece, puntualmente, si riaffaccia lo spettro delle stesse manovre: anzianità azzerata, TFR volatilizzato, contratti meno vantaggiosi.
La paura corre nei corridoi della Cargo City. Alcuni lavoratori, nostri iscritti, scelgono di non dichiarare la propria appartenenza sindacale per timore di ritorsioni. È già successo con il passaggio da Alitalia a ITA e sta succedendo di nuovo. Non si tratta solo di diritti economici: è la libertà sindacale stessa a essere compressa. Se un dipendente non si sente libero di dire chi lo rappresenta vuol dire che la democrazia, nei luoghi di lavoro, è stata amputata.
E mentre accade questo, il mondo istituzionale osserva senza muovere un dito. Confindustria, Assohandling, Ministero del Lavoro: tutti dovrebbero garantire regole chiare e applicazione delle clausole, non limitarsi al ruolo di spettatori distratti. Perché un tavolo di confronto senza tutte le parti realmente rappresentative è solo una messa in scena, utile per le foto di rito e inutile per i lavoratori.
Qui non è in discussione solo la gestione di un ramo d’azienda: è in ballo la credibilità di un sistema. Alha può vantare tecnologie e flussi cargo internazionali ma se ignora le regole elementari di tutela, rischia di viaggiare come un aereo senza equipaggio: pieno di carico, ma vuoto di responsabilità.
Applicare la clausola sociale non è un atto di cortesia. È legge, contratto, dignità. Ed è ora che qualcuno lo ricordi a voce alta.