La crescita promessa non decolla e il rischio è un déjà-vu Alitalia
Il 9 settembre si è svolta la riunione tra il management di ITA Airways e le rappresentanze dei lavoratori sul nuovo piano industriale 2026-2030. L’azienda ha presentato un quadro che, nei numeri, sembra rassicurante: una flotta di 100 aeromobili a fine piano, 27 dei quali di lungo raggio, investimenti per 1,1 miliardi e un EBIT positivo già dal 2027. A supporto ci sono l’ingresso in Star Alliance e le sinergie con il gruppo Lufthansa. Tutto appare ordinato ma è proprio qui che nascono le ombre.
Perché cento aerei sono quelli già oggi in flotta, solo che almeno venti restano a terra per guasti ai motori e contratti di manutenzione contestati. Riportarli in linea non equivale a crescere, ma a riparare i danni. È questo il punto sollevato dai sindacati: un piano industriale che si limita a gestire l’esistente non basta a intercettare le opportunità di mercato, soprattutto sul lungo raggio, dove i concorrenti internazionali continuano ad aprire nuove rotte da e per l’Italia.
La strategia aziendale si fonda sul raggiungimento del pareggio di bilancio, il famoso break even, come premessa per qualsiasi ulteriore sviluppo. Ma la storia di Alitalia dimostra che rincorrere il pareggio, con soli tagli ai costi, significa avvitarsi in un vicolo cieco. Nel frattempo i problemi si accumulano: slot e cargo ceduti a favore del gruppo Lufthansa, cancellazioni che minano l’immagine e condizioni di lavoro, ancora ferme al contratto scaduto a dicembre 2024.
Come FAST-Confsal riteniamo che non si possa aspettare la contabilità per decidere il futuro di una compagnia aerea strategica per il Paese. Chiediamo che l’azionista pubblico, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, convochi al più presto un incontro per chiarire quali siano le prospettive reali di ITA dentro il gruppo Lufthansa e quali garanzie di crescita, industriale e occupazionale, si intendano offrire. Perché il tempo delle attese è finito e l’Italia non può permettersi un’altra compagnia di bandiera bloccata al suolo.