L’apprendistato dovrebbe essere un trampolino: un’occasione per imparare, crescere, ottenere una qualifica. Ma troppo spesso si trasforma in una scorciatoia per le aziende: meno costi, più lavoro, zero formazione. Se ti riconosci in questa situazione, sappi che non sei solo. E soprattutto: la legge è dalla tua parte.
Cos’è davvero l’apprendistato
Il contratto di apprendistato è definito “a causa mista”: lavoro + formazione. L’azienda ti assume, tu lavori e contemporaneamente ricevi una formazione strutturata per ottenere una qualifica professionale. Lo dice il D.Lgs. 81/2015, articoli 41 e seguenti.
Ma nella realtà, spesso accade tutt’altro: niente lezioni, niente tutor, niente affiancamento. Solo lavoro. Lavoro vero, con orari pieni, responsabilità e magari anche straordinari non pagati. In pratica, sei un dipendente mascherato da apprendista. Pagato meno, formato per niente.
La sentenza che cambia le carte in tavola
Ad aprile 2025, il Tribunale di Firenze ha emesso una sentenza (n. 496/2025) che ha fatto rumore: se manca la formazione, il contratto di apprendistato non è valido. È un tempo indeterminato camuffato.
Nel caso esaminato, il lavoratore ha denunciato l’assenza totale di formazione. Il giudice ha stabilito un principio fondamentale: è il datore di lavoro che deve dimostrare di averti formato davvero. Non bastano firme su fogli precompilati o registri fittizi. Servono prove concrete: programmi, tutor, giornate formative documentate.
Nel caso specifico, l’azienda ha presentato documentazione sufficiente e ha vinto. Ma il messaggio è chiaro: se non ha prove solide, perde lei.
Perché questa sentenza ti riguarda
Perché ribalta il gioco. Ecco cosa stabilisce:
- L’apprendistato non può essere solo lavoro: deve esserci formazione reale.
- Se la formazione manca, il contratto può essere trasformato in tempo indeterminato.
- Non sei tu a dover dimostrare l’assenza di formazione. Tocca all’azienda provare il contrario.
Questo ti dà forza. Ti dà una leva. Se sei stato sfruttato, hai il diritto di reagire.
Il ruolo dell’avvocato del lavoro
Un avvocato esperto può analizzare il tuo contratto, smontarlo pezzo per pezzo e usare la giurisprudenza a tuo favore. Può:
- Verificare se la formazione è reale o solo di facciata.
- Raccogliere prove e testimonianze.
- Avviare una causa per la trasformazione del contratto.
- Farti ottenere il riconoscimento del tempo indeterminato, con differenze retributive e contributive.
- In certi casi, anche risarcimenti e reintegrazione.
Sei stato un apprendista sfruttato?
Se ti ritrovi in una di queste situazioni, è ora di agire:
- Nessuna formazione teorica o pratica.
- Nessun tutor.
- Mansioni identiche ai colleghi non apprendisti.
- Documenti firmati che non corrispondono alla realtà.
- Nessuna attestazione o tracciabilità del percorso formativo.
Allora puoi (e devi) farti valere.
Non sei un favore, sei un diritto
Il datore non ti sta facendo un regalo. Tu offri forza lavoro a basso costo, e in cambio ti spetta una formazione vera. Quando questa manca, il contratto perde la sua legittimità. E la legge ti protegge.
Il contratto non fa il mestiere. I diritti sì.
Quello che conta è come vieni trattato. Se sei stato usato, se ti hanno negato ciò che ti spettava, è il momento di agire.