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Martedì, Ottobre 21, 2025

 “Pronto, capo?” – Cosa fare se il datore chiama fuori orario

“Posso non rispondere al mio capo se mi chiama la sera o nei weekend?”

È una delle domande più frequenti tra i lavoratori italiani, sempre più schiacciati tra esigenze professionali e diritto alla vita privata.

Complice la tecnologia, oggi siamo perennemente connessi — ma non sempre disponibili.
Ecco cosa dice la legge italiana su chiamate, messaggi e reperibilità fuori orario.

 

Il diritto alla disconnessione

Introdotto in Italia con la Legge 81/2017 (per lo smart working), è oggi considerato un principio generale:
Il lavoratore ha diritto a non essere reperibile fuori dall’orario di lavoro, senza rischiare sanzioni o ritorsioni.

In pratica, non sei obbligato a rispondere a chiamate, email o messaggi del tuo datore di lavoro al di fuori dell’orario di servizio, salvo:

  • Contratti di reperibilità specifici
  • Turni straordinari concordati
  • Emergenze aziendali documentate

 

 Qual è l’orario di lavoro?

Secondo il D.Lgs. 66/2003, l’orario ordinario è:

  • 40 ore settimanali
  • 8 ore giornaliere, salvo diversi accordi
  • Con pause obbligatorie e riposi settimanali

Ogni attività fuori da questi limiti è straordinaria e deve essere retribuita.

 

 Quando si viola la legge?

Ci sono comportamenti che possono violare il diritto alla disconnessione:

  • Chiamate o messaggi continui la sera, nei weekend o in ferie
  • Pressioni psicologiche per rispondere fuori orario
  • Ritorsioni per chi "non si fa trovare"
  • Uso di numeri privati o canali non ufficiali (es. WhatsApp)

Queste condotte ledono il diritto alla privacy, causano stress lavoro-correlato, e possono essere oggetto di azione legale.

 Cosa può fare il lavoratore?

Hai strumenti concreti per tutelarti:

  1. Documenta tutto: messaggi, orari, email
  2. Parlane con il RLS o RSU
  3. Scrivi al datore, chiedendo rispetto degli orari
  4. Segnala all’Ispettorato del Lavoro, se subisci pressioni o ritorsioni

 Cosa rischi se non rispondi?

Nulla, se non sei in reperibilità.
Il datore non può punirti per il silenzio fuori orario: mobbing, esclusioni o demansionamenti sarebbero illeciti.
Anzi, se rispondi regolarmente, potresti richiedere il pagamento dello straordinario.

 

 Il ruolo (e i limiti) del datore

Il datore di lavoro ha l’obbligo legale di tutelare la salute psicofisica dei dipendenti (art. 2087 c.c.).
Buone prassi aziendali prevedono:

  • Orari chiari di contatto
  • Nessuna pretesa di reperibilità costante
  • Policy interne sul diritto alla disconnessione
  • Formazione dei manager al rispetto dei tempi

 Vita privata e lavoro: serve equilibrio

In un mondo iperconnesso, il tempo libero è un diritto.
Lavorare non deve significare essere sempre disponibili.
Difendere i propri spazi non è un capriccio, ma una forma di tutela della propria salute, efficienza e dignità.