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Martedì, Novembre 18, 2025

Dalle assemblee emerge un disagio profondo e una richiesta limpida: basta rituali, serve finalmente un dialogo vero.

C’è un momento, in ogni storia collettiva, in cui le persone smettono di accontentarsi del silenzio e decidono di parlare. L’assemblea di ieri è stata esattamente questo: il punto in cui la stanchezza dei lavoratori di Italo ha trovato il coraggio di farsi parola e la parola ha trovato orecchie disposte ad ascoltare. Il ringraziamento iniziale non era una formalità: in un’azienda in cui il clima si è fatto pesante, dove ogni turno pesa il doppio e ogni cambio turno il triplo, presentarsi e partecipare è un atto di dignità.

Si è messo ordine nelle cose fatte e nelle cose non fatte. FAST-Confsal ha spiegato ciò che ha portato ai tavoli, ciò che ha trovato, ciò che non ha trovato. E non c’è stato bisogno di edulcorare nulla: le risposte dell’azienda, finora, non sono all’altezza del malessere che serpeggia nei depositi. È proprio questo scarto tra la realtà di chi lavora e la narrazione di chi decide che alimenta irritazione, sfiducia, un filo di rabbia che non si può più far finta di non vedere.

Ma non è stata un’assemblea per puntare il dito: è stata un’assemblea per guardarsi negli occhi. Anche noi abbiamo riconosciuto ciò che va rafforzato: più presenza nei depositi, più voce nei reparti, una rappresentanza più vicina alla pelle della gente. Non perché siamo lontani ma perché serve di più, serve meglio, serve adesso.

Poi ha parlato la platea. E lì si è aperto uno squarcio onesto: pressioni indebite, cambi improvvisi, una gestione che non premia l’impegno ma lo pretende come un dogma. Una gestione che non sostiene, ma pesa. Che non riconosce, ma pretende. Che non accompagna, ma spinge oltre il confine della pazienza. Non è un disguido, non è la singola stortura: è un modello che non regge più, un sistema di relazioni industriali che si è inceppato e che ha bisogno di un cambio di rotta vero, non di un comunicato.

E questo è il punto che porteremo al confronto con l’azienda: basta giochi di prestigio, basta concorrenze interne, basta sigle che fanno la gara all’ego. L’obiettivo è uno solo: migliorare la vita di chi lavora con una linea comune, trasparente, concreta.

L’assemblea si è chiusa con un impegno: non lasciare cadere niente. Né ciò che è stato detto, né ciò che è stato taciuto. Il percorso continua: il 2 dicembre 2025 incontreremo i TM, le hostess e gli steward; il 3 dicembre, nella sede regionale di Via Castro Pretorio, inizieremo un ciclo strutturato di confronto. La richiesta che ci portate è semplice: un dialogo reale, decisioni che non ricadano sempre sugli stessi.

FAST-Confsal ci sarà. Con più forza, più presenza, più determinazione.

Perché questa volta non è un’assemblea: è l’inizio di qualcosa che non si torna a chiudere.