Prima che arrivino i risultati, una certezza c’è già: questa campagna ha risvegliato ciò che nessuno guardava più.L’8 dicembre si è chiusa la finestra elettorale per Eurofer. Domani conosceremo i risultati, ma già oggi è possibile leggere ciò che questa campagna ha significato, al di là dei numeri e oltre il responso delle urne. Perché, comunque vada, qualcosa si è rimesso in moto. Qualcosa che da anni sembrava assopito nel torpore di una previdenza complementare percepita come un tema per pochi addetti ai lavori, oscurato da linguaggi tecnici e da un’inerzia collettiva che troppo spesso ha allontanato i lavoratori da una scelta che riguarda la parte più fragile della loro vita: il domani.Questa volta non è stato così. La lista FAST-Confsal ha acceso un riflettore che mancava, ha costretto molti a interrogarsi, ha riportato la parola “Eurofer” dentro le conversazioni, nei luoghi di lavoro, nei corridoi, nelle chat. Il risultato immediato è semplice e, al tempo stesso, rilevante: persone che non avevano mai votato si sono avvicinate; altre che non conoscevano il fondo hanno chiesto informazioni; altre ancora hanno scoperto che la previdenza complementare non è un tecnicismo opaco, ma uno strumento concreto per proteggere il proprio futuro. È già un successo, ed è un successo collettivo.Ringraziare chi si è speso in queste settimane non è un atto formale: è riconoscere un lavoro che ha attraversato territori, orari, disponibilità personali. Segretari regionali, delegati, candidati, simpatizzanti: ognuno ha fatto la propria parte con una dedizione che ha superato ogni aspettativa. E il solo fatto di aver riportato al centro del dibattito la previdenza complementare è un risultato politico, culturale ed economico insieme, perché in un Paese con un sistema pensionistico sempre più sotto pressione, non c’è tema più urgente della costruzione di un secondo pilastro robusto e diffuso.La verità, spesso ignorata, è che la previdenza complementare è oggi lo strumento più conveniente per chi vuole garantire stabilità al proprio futuro. Lo Stato lo sa e lo dimostra: incentiva questi strumenti con una fiscalità alleggerita, premiando chi decide di investire su se stesso. Ogni euro destinato a un fondo negoziale, come Eurofer, lavora più di un euro lasciato nel conto corrente; beneficia di minori imposte, di una gestione vigilata e orientata al lungo periodo, di un rendimento che ha un solo scopo: proteggere nel tempo il risparmio dei lavoratori. È economia pura, spiegata nella sua forma più semplice.Se questa campagna avrà un merito duraturo, sarà proprio quello di aver riaperto gli occhi su questa realtà. Di aver ricordato che il futuro non è un concetto astratto, ma una somma di scelte che si fanno ora, nel presente. E se davvero vogliamo immaginare un’Italia più consapevole sul tema del risparmio previdenziale, dobbiamo partire da queste settimane: dal lavoro fatto, dalla partecipazione raccolta, dalla consapevolezza seminata.Il voto è finito, il conteggio deve ancora cominciare, ma una cosa è certa: da oggi nessuno potrà dire che tutto è rimasto fermo. La previdenza complementare torna al centro dove deve stare: tra le priorità di chi lavora e costruisce il proprio domani. È un punto di ripartenza, non un punto d’arrivo. E questa, comunque vada il risultato, è già una vittoria.






