Il rinnovo del CCNL Mobilità/AF, firmato il 22 maggio 2025, avrebbe dovuto segnare un riconoscimento concreto per i lavoratori impegnati nei servizi appaltati da Trenitalia. L’accordo prevedeva l’erogazione di una Una Tantum a compensazione della vacanza contrattuale. Tuttavia, a oltre quattro mesi dalla firma, le maestranze di aziende come La Gardenia, IBM, Omega e Simply non hanno ricevuto alcun pagamento.FAST-Confsal, unitamente a CGIL, Cisl, Uil, Ugl e Salpas hanno denunciato con forza questa grave inadempienza, ricordando che le precedenti sollecitazioni sono rimaste senza risposta. In una nota ufficiale hanno intimato l’immediato pagamento avvertendo che, in caso contrario, si procederà con decreti ingiuntivi contro le aziende e la stessa Trenitalia, con inevitabili aggravi di costo e danni reputazionali.Il mancato rispetto dell’accordo non è solo una questione economica: mina la fiducia dei lavoratori e compromette il clima aziendale. Molti dipendenti, già alle prese con stipendi modesti e l’aumento del costo della vita, contavano su quella somma per spese essenziali. La delusione si traduce in stress, frustrazione e tensioni nei luoghi di lavoro.La vicenda evidenzia un problema sistemico: negli appalti ferroviari i lavoratori vengono spesso trattati come “figli di un dio minore”, pur svolgendo mansioni indispensabili. La frammentazione delle responsabilità e la logica del massimo ribasso hanno reso fragile il sistema, con diritti troppo spesso calpestati.Le istituzioni non possono restare in silenzio. Il rispetto del contratto è un banco di prova per la credibilità delle relazioni industriali. È necessario che Trenitalia e le aziende coinvolte assumano le proprie responsabilità e procedano subito al pagamento.In un Paese che vuole definirsi civile, non è accettabile che i lavoratori debbano lottare per ottenere ciò che è già stato loro riconosciuto. È tempo che le promesse si trasformino in fatti e che la dignità delle maestranze venga finalmente tutelata.





