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Martedì, Dicembre 16, 2025

Il mercato del lavoro italiano potrebbe beneficiare, a partire dal 18 dicembre 2025, di una novità rilevante sulle assenze per malattia: il medico di famiglia potrà rilasciare il certificato anche a distanza, tramite televisita. È quanto prevede l’articolo 58 della legge 182/2025, che apre la strada all’uso della telemedicina nel rilascio dei certificati di malattia. Tuttavia, la piena equiparazione tra certificazione remota e quella in presenza non è immediata: l’attuazione della norma dovrà essere definita in un apposito accordo in Conferenza Stato-Regioni, su proposta del Ministero della Salute, con tempi non fissati dalla legge. La riforma è una svolta potenziale per una gestione più efficiente delle assenze, soprattutto in contesti in cui spostarsi è difficile o in territori con minore offerta sanitaria. Ma, al momento, resta in sospeso l’atto operativo: finché non sarà definito l’accordo, la certificazione rimane regolata dalle norme vigenti, con il medico che deve verificare di persona le condizioni del paziente. È questa la posizione della Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale (FIMMG), che ricorda come la legge preveda una possibilità di estendere la telemedicina, ma che la sua applicazione dipenda dall’accordo che sarà adottato in Conferenza Stato-Regioni. Se implementata integralmente, la telecertificazione potrebbe snellire i tempi di verifica e offrire maggiore flessibilità ai pazienti che hanno difficoltà a spostarsi, riducendo, di conseguenza, anche eventuali ritardi nelle comunicazioni di assenza. Allo stesso tempo, serve un robusto quadro di garanzie per evitare abusi, garantire l’identificazione certa del paziente e assicurare la qualità diagnostica a distanza.

La necessità dell’accordo nasce dalla complessità di coordinare norme tra livello centrale e realtà regionali: strumenti di telemedicina, gestione delle identità digitali, conservazione delle evidenze cliniche e tutela della privacy richiedono criteri uniformi e controlli adeguati. L’accordo dovrà definire i casi di utilizzo, le modalità operative, i requisiti tecnologici, le responsabilità professionali e le procedure di controllo. Potrebbe prevedere differenze legate a tipologie di malattia, gravità e contesto assistenziale, per garantire che la qualità delle cure non venga compromessa dall’uso della distanza. In attesa di questa cornice attuativa, resta cruciale monitorare l’evoluzione della normativa e le misure concrete che verranno introdotte. Il 18 dicembre 2025 segna l’apertura della porta a una medicina del lavoro più digitale, ma la sua piena effettività dipenderà dall’interpretazione operativa dell’accordo Stato-Regioni. Questioni aperte restano la privacy e il consenso informato per una visita telemedicina, l’identificazione del paziente, l’infrastruttura tecnologica necessaria e la gestione della documentazione in formato digitale.

Per i lavoratori, la prospettiva di certificazione da remoto potrebbe ridurre il disagio logistico, soprattutto in aree distanti dai centri sanitari. Per le imprese, una gestione delle assenze più rapida potrebbe migliorare il flusso di lavoro e la conformità normativa. Tuttavia, l’accordo Stato-Regioni dovrà tradurre la telecertificazione in pratiche affidabili, con tutela dei dati e standard di qualità diagnostica, senza compromettere la relazione medico-paziente.

In sintesi, la legge 182/2025 annuncia una possibile evoluzione della certificazione di malattia verso la telemedicina, ma la sua messa in atto resta subordinata all’accordo tra Stato e Regioni. Il 18 dicembre segna la data di entrata in vigore, ma non quella di piena operatività. I mesi a venire saranno decisivi per capire se la telecertificazione diventerà una realtà stabile nel percorso di cura e gestione delle assenze lavorative, con ricadute importanti su pazienti, professioni sanitarie e contesto lavorativo italiano