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Giovedì, Febbraio 26, 2015

"La verità ‐ prosegue Serbassi ‐ è che i macchinisti italiani, soprattutto quelli formati alla grande scuola delle Ferrovie dello Stato, vivono sempre come una sconfitta personale il ritardo del treno loro assegnato. E lo sconsiderato che volontariamente si prestasse ad un simile inganno si esporrebbe, inevitabilmente, al ludibrio dell’intera categoria".